Happy fiesta (parte 1)


Ciao a tutti! Scusate se la frequenza con cui vi scrivo si è un po' diradata, ma lo avevo previsto, forse anche auspicato, perché significa che la mia quotidianità è più impegnata. Il tempo libero viene sempre più occupato da attività e da incontri con le persone. 
Il mese di gennaio è stato caratterizzato da una serie di feste religiose molto popolari: Black Nazarene, Santo Niño e san Pablo. In compenso non ho visto nessun carnevale qui. 

La devozione al Black Nazarene si riconduce alla statua venerata dal 1878 nella grande chiesa nella zona di Quiapo, vicino a Binondo (la Chinatown di Manila). Ogni anno, il 9 gennaio viene organizzata una processione, che ripropone la Traslaciòn avvenuta quando l'immagine fu portata per la prima volta nella sua attuale sede. Questa processione è in assoluto la più partecipata e lunga di tutte le Filippine, e forse di quasi tutto il mondo: raduna tra i 9 e gli 11 milioni di persone, per una durata complessiva di oltre 20 ore. Un evento impressionante e suggestivo, insomma. 

Pochi giorni dopo, è il turno della festa di Santo Niño: la più antica immagine religiosa esistente nelle Filippine, che fu donata come regalo di battesimo, nel 1521, dall'esploratore Ferdinando Magellano alla Regina di Cebu all'epoca della esplorazione del navigatore portoghese in quelle terre. Se il
baricentro di questa devozione è a Cebu (grande città nella zona centrale del paese, che ho visitato rapidamente a metà gennaio), in tanti altri santuari si trovano delle riproduzioni, che con il tempo hanno affermato una propria storia di venerazione e miracoli. Così, anche a Tondo, proprio nella parrocchia accanto alla nostra, nella zona di Divisoria, si trova il santuario di Santo Niño de Tondo. 

La festa di san Pablo è invece la sagra della nostra parrocchia, che viene festeggiata il 25 gennaio, giorno in cui la liturgia celebra la conversione del santo. La festa è stata animata da molte iniziative di preghiera e di espressione. Ad esempio, per due settimane la statua di san Pablo ha peregrinato per i diversi barangay della parrocchia, dove é stata ospitata da diversi luoghi, presso cui, venivano celebrati la messa e il rosario del pomeriggio, con l'animazione curata dalla comunità ospitante.
Oppure, all'oratorio, tra le tante iniziative, è stato proposto anche quest'anno l'Espada Festival, durante il quale si è avuto il concorso SPA Got Talent, che ha visto esibirsi tanti giovani in canti, danze, recite e numeri di prestigio o di abilità. La giuria era composta da personaggi dello spettacolo qui abbastanza noti, sempre in cerca di qualche talento emergente. Il premio consisteva anche in una piccola somma di denaro. 
Questa iniziativa, se ben gestita, può stimolare tanti ragazzi delle squatter area a investire energie e tempo in un'obiettivo concreto, che può aprire nuove prospettive future, scrollandosi di dosso una certa indolenza che a volte li caratterizza. 

Queste feste poi prevedono lunghissimi cortei composti da vere e proprie tribù, vestite secondo un tema specifico, che danzano lungo tutto il percorso, al ritmo creato da gruppi di giovani percussionisti energici e perennemente sovraeccitati, che si tirano appresso (su rotelle!!) rullanti, tamburi, maracas,
ecc. L'atmosfera è suggestiva e coinvolge fino a pervadere gli animi dei presenti. Ad arricchire il contesto tantissime immagini e statue del Santo, portate in braccio dalle persone o sistemate alle finestre o agli ingressi delle case, di ogni dimensione e stile, segno che la fiducia nell'aiuto celeste è filtrata profondamente in ogni strato sociale della popolazione. 

In tutto ciò si respira un fortissimo accento di devozione, qualche volta forse anche di superstizione; se si considera com'è quotidianamente la vita di queste persone, segnata da limitazioni e difficoltá, non si può non ravvisare e riconoscere che queste celebrazioni, anche nelle caratteristiche piú stravaganti, sono di fatto manifestazioni di fede. Occorre proprio viverci in mezzo del tempo per scoprirlo. 
Se la fede è “l'adesione a un messaggio o un annuncio fondata sull'accettazione di una realtà invisibile, la quale non risulta cioè immediatamente evidente, e viene quindi accolta come vera nonostante l'oscurità che l'avvolge”, questa si traduce per noi cristiani nel compiere le scelte determinanti della propria vita secondo la volontà di Dio, che Lui stesso ci ha rivelato prima di tutto attraverso la Sacra Scrittura. 
Se indaghiamo nel vissuto delle famiglie che prendono parte a queste feste, scopriamo che anche tra loro c'è chi soffre a motivo di ingiustizie sociali, chi vede chiaramente le contraddizioni e gli scandali (anche quelli nella chiesa!), chi è passato attraverso l'influenza ideologica... Tuttavia rimaniamo stupiti nel constatare che molte di queste persone, a fronte di condizioni di vita particolarmente precarie (molti sono privi di importanti mezzi di sussistenza) non disperino mai, non maledicano Dio per i mali che subiscono, anzi, continuino ogni giorno ad alzarsi
dal giaciglio che spesso é letteralmente a terra (in pochi hanno un letto) e ad impegnarsi per trovare di che far sopravvivere la propria famiglia. La loro fede poi la possiamo intravedere anche nell'atteggiamento di sincera apertura agli altri: ad es. se qualcuno chiede aiuto, solitamente non si vede sbattere la porta in faccia, oppure se c'è del cibo sulla tavola di casa, lo si condivide volentieri con l'ospite. 

Adesso vi devo salutare. Proseguirò a raccontarvi altri aspetti interessanti di queste feste nel prossimo post!


Commenti

  1. Grazie Don
    È bello condividere un poco con te questa intensa esperienza
    I tuoi scritti ci fanno sentire un po' più vicini
    Buona domenica
    L

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  2. Grazie come sempre dei tuoi scritti, l'esperienza che stai vivendo è intensa e forte.
    Aspetto il seguito e ti saluto

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