Simbang Gabi


C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, 
vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. 
Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. 
Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: 
«Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: 
oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. 
Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». 
E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: 
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

Simbang Gabi, o Misa de Gallo è un'antica tradizione portata nelle Filippine dai missionari spagnoli, praticata ininterrottamente sin dal 1669: consiste in una novena in preparazione al Santo Natale, che inizia il 16 dicembre e prosegue fino al 24 e viene celebrata quotidianamente con la messa. Sempre secondo la tradizione, questa messa dovrebbe essere celebrata molto presto al mattino, alle 3:00 o poco dopo; la ragione sta nel fatto che questa consuetudine risale ad un'epoca in cui la maggior parte degli abitanti del paese erano agricoltori e si recavano al lavoro prima dell'alba, per evitare di dover lavorare sotto il sole a metà giornata. Così, per non interrompere il lavoro o sottrarvi tempo e, contemporaneamente, per impostare la giornata all'attesa del Natale, si celebrava la novena all'inizio del giorno.Nella nostra parrocchia SG viene celebrata, durante i giorni feriali, con 8 messe dislocate in 7 luoghi distinti: l'oratorio, le due chiese e altre quattro cappelle sparse in diversi barangay del territorio e incastonate tra le case. Sono luoghi essenziali e allo stesso tempo preziosi, perché permettono alla parrocchia di raggiungere il numero più grande possibile di persone con le proprie celebrazioni e le altre proposte pastorali. Queste messe iniziano in orari che vanno dalle 4:00 alle 5:30 del mattino oppure dalle 19 alle 21 (che qui comincia ad essere già un orario avanzato). Di solito, in ciascuna di queste messe, la chiesa (o la cappella) si riempie, tanto che la gente si assiepa anche fuori dalle porte. Molti stanno addirittura in strada, in piedi, ad ascoltare la messa, nonostante il continuo passaggio di mezzi.


Ad esempio, questa mattina sono andato in una delle cappelle per celebrare alle 4:30, in un quartiere che, visto da fuori, non pare invitante: oltre ai consueti rifiuti ovunque, le stradine sono piene di pozzanghere e fanghiglia, perché piove da giorni ed aleggia odore di fogna (evidentemente la cosa si lega alle persistenti piogge e alla vicinanza di un fiume). Eppure, a testimonianza del fatto che ogni realtà va conosciuta bene da vicino, ogni persona che ho incontrato, avventurandomi tra le strade del quartiere, mi ha salutato col sorriso; quando dopo poco poi ho perso l'orientamento, le prime persone che ho incrociato e a cui ho chiesto indicazioni sono stati due giovani molto gentili, che si sono subito offerti di accompagnarmi fino alla cappella.
Arrivato a destinazione, si è radunata in poco tempo un sacco di gente, al punto che non c'era quasi più posto a sedere. Mi ha colpito in particolare vedere tantissimi giovani, tutti appartenenti solo a quel barangay: i più piccoli (6-12 anni) avevano preparato danze di accompagnamento ai canti previsti nella liturgia, mentre i più grandi avevano preparato una drammatizzazione di pochi minuti da proporre dopo la lettura del vangelo. Mi hanno detto che, più o meno, è così per tutti i giorni della novena. Erano le 4:30 del mattino!
Ho constatato, inoltre, che anche nelle altre parrocchie il clima è lo stesso: ad esempio nella mattina di domenica 17 dicembre sono stato invitato in una parrocchia vicina, dedicata a san Giuseppe artigiano, per celebrare la liturgia delle 4:30 del mattino (la prima messa lì viene della alle 3:00!). La partecipazione numerosa dei fedeli, l'accoglienza calorosa da parte degli animatori della parrocchia, la gioia generale manifestata un po' da tutti mi hanno davvero colpito. Vi riporto un breve video che mostra un canto estemporaneo, fatto durante la colazione, da parte di alcuni giovani del coro di quella parrocchia.


Anche nella nostra parrocchia ci sono vari cori, composti prevalentemente da giovani. Vi mostro un altro video, del coro ha animato alcune delle messe che ho presieduto in questi giorni.

Da mesi, nel tempo libero, li si incontrava facilmente all'oratorio, mentre si ritrovano a provare insieme i canti del Natale. In questi giorni del resto è molto facile incrociare sia giovani che adulti in parrocchia. Molti laici sono organizzati per preparare e animare le messe in ciascuna zona della parrocchia: vedo molta disponibilità e dedizione in questo servizio.

Quindi eccomi al mio primo Natale nelle Filippine. Mi sono reso conto di vivere una certa "nostalgia di casa", in primo luogo della mia famiglia, ma non solo. Sento nostalgia di tante persone care, che hanno condiviso con me questa festa negli ultimi anni, delle tantissime confessioni, in cui qui non riesco ad essere di grande aiuto, perché faccio ancora fatica a capire e parlare bene il tagalog, e perfino della possibilità di trovare la neve da qualche parte!

Il clima natalizio comunque è percepito davvero molto: per le vie tutti si scambiano ormai da settimane l'augurio 'maligayang pasko' (buon Natale). In questo tempo natalizio, non mi sono ancora avventurato nei centri commerciali, che mi hanno detto essere sempre stracolmi di persone, luci, clima festoso. Per ora sono rimasto qui in zona, nel nostro quartiere, vistosamente povero: non so quanti regali vengono preparati nelle case, ma si percepisce chiaramente lo sforzo di creare segni di festa, che trasmettano gioia.
Una delle cose più carine a riguardo è il carroling, un'altra tradizione natalizia per cui gruppi di persone si organizzano per andare di casa in casa a cantare i canti natalizi e raccogliere qualche mancia. Anche i bambini di cinque o sei anni, scalzi o con ciabattone più grandi di almeno tre taglie, a volte con i fratellini più piccoli appresso, si organizzano, con grandi sorrisi, buffissimi cappellini da babbo natale pieni di lucine e tamburelli fatti da loro. 

Camminare per strada in questi giorni è piacevolissimo: sia perché sono già più conosciuto e tanta gente mi saluta quando mi vede, ma ancor più perché facilmente incontro questi buffi e chiassosi gruppetti di ragazzi. Mi metto un po' a ballare mentre cantano e, se conosco la canzone, mi unisco a loro per qualche strofa.

Buon Natale!




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