Jòse ang basurero


Fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne. Lc 16,9

Nei poveri, «si manifesta la presenza di Gesù, che da ricco si è fatto povero». Per questo «in loro, nella loro debolezza, c’è una forza salvifica e se agli occhi del mondo hanno poco valore, sono loro che ci aprono la via al cielo, sono il nostro passaporto per il paradiso». Papa Francesco, 19/11/2017


E' uno tra i primi 'personaggi' della parrocchia che ho conosciuto. Per forza: vive sotto il portico d'ingresso della chiesa e della canonica!

Jòse è capitato in parrocchia circa un anno fa, alla ricerca di un luogo in cui 'appollaiarsi'; da allora è sempre rimasto e Fr Carlo lo tiene senza problemi. Di lui si conosce molto poco: una signora anziana dice che da giovane era un campione di basket, poi aveva lavorato come piccolo imprenditore in proprio. Di sicuro è che da tempo faceva il “basurero” (da basura = pattume) e che qualcosa lo ha mandato un po' fuori di testa (una sniffata di troppo?). Sta di fatto che il nostro amico dorme sulle panchine sotto il portico d'ingresso della parrocchia, negli orari più disparati; gironzola qua e là, parla da solo, prega a lungo, ripetendo con enfasi le stesse parole, ad esempio “Ave Maria purissima” oppure “Alleluia”.

Molte persone hanno imparato a volergli bene e lo hanno un po' adottato anche loro: Jòse trova sempre da "scroccare" qualcosa da mangiare, ogni tanto una nuova maglietta e altro ancora.

Lui non è l'unica persona appollaiata da noi: talvolta compaiono altre due persone, due donne, anch'esse “basurero”, una giovane e una anziana. Ad onor del vero, occorre comprendere che qui l'idea di dormire 'fuori di casa' non ha la stessa valenza che invece ha a Modena. Prima di tutto perché qui non c'è mai freddo, anzi: dormire fuori permette spesso di stare meglio, perché si sfrutta il poco vento che, di tanto in tanto, soffia. Inoltre, dormire è un problema relativo per gente che vive alla giornata, senza lavori a orario fisso. Ci si riposa quando si è stanchi e non c'è altro di meglio o di utile da fare. Si può quindi dormire anche di giorno (sempre che con tutta la confusione della strada uno ne sia capace); si possono trasformare in letti un tricicle (motoretta taxi con sidecar molto utilizzata per brevi spostamenti), una jeepney (lunga jeep che funge da corriera), un marciapiede un po' riparato, la base di un albero in un'aiuola spartitraffico, il retrobottega (in cui spesso si vive con tutta la famiglia, ecc.). Quindi, avere delle persone che dormono o vaneggiano all'ingresso della parrocchia, in questo contesto ha sulla gente di qui un effetto diverso da quello che avrebbe su quella di Modena.

Ritornando a Jòse, ripenso a quante volte, uscendo dalla canonica a piedi, lui si mette a seguirmi in silenzio da vicino, proprio come un'ombra. Quando mi fermo, lui inizia a dirigere il traffico della strada, ovviamente a modo suo. Il bello è che la sua faccia sembra davvero convinta di quello che fa, così che, mentre molti motociclisti o automobilisti cercano solo di non centrarlo in pieno, c'è sempre qualcuno che gli crede e lo prende seriamente! Un giorno in cui sono uscito in bicicletta, senza che me ne accorgessi Jòse mi è sfrecciato al seguito a piedi (lui gira sempre scalzo!) e mi ha pure superato, ed è corso a fermare il traffico del primo incrocio che avrei dovuto attraversare. Adesso che riesco a comunicare almeno un po' in lingua locale, quando devo andare da qualche parte aspetto anche Jòse e faccio la strada con lui: è un momento davvero carino. Quando arrivo a destinazione, gli dico: “balik ka na!” e lui ritorna veloce come un segugio in parrocchia.

Jòse (a volte lo chiamo affettuosamente 'Peppino'...) un giorno ci accoglierà in Cielo: ne sono proprio sicuro. E non sarà il solo: le prime due settimane dopo il mio arrivo in parrocchia, ogni giorno, nel cortile del convento delle suore dove sono ospitato, ho incrociato un personaggio simile a Jòse. Era Jesus, il basurero adottato dalle suore canossiane. Lui però non parlava mai, se non con dei monosillabi, e ti salutava sempre col solo movimento delle sopracciglia (come fanno molti qui). Stava sempre sdraiato a riposare sopra una piccola brandina sistemata in qualche angolo del cortile, giorno e notte. Le suore mi hanno spiegato che più volte hanno tentato di farlo stare su un letto all'interno della casa, ma lui non ne era più capace. Il massimo confort che aveva accettato era una brandina al posto del cemento. Non lo sapevo allora, ma purtroppo lui stava già male: ha avuto un ricovero di 15 giorni per cure, ma alla fine non ce l'ha fatta ed è morto. Penso che con Jesus ci sia un altro 'portinaio' in paradiso.

Sono molte le persone che in questa parte di città conducono vite simili a quelle dei nostri due amici. Gente che si vede girare con carrettini malandati, sovraccarichi di immondizia accuratamente 'selezionata' qua e là, rovistando nei cassonetti traboccanti e nei cumuli di rifiuti selvaggiamente abbandonati lungo le strade. Queste persone cercano di ricavare qualche spicciolo da ciò che di 'utile' e 'interessante' riescono a recuperare dai rifiuti. Ma questa sarà un'altra storia...

Commenti

  1. Oggi io ho incontrato Licia, che è "appollaiata" davanti al seminario....è un po' meno fortunata di José, xchè la gente che incontra è diffidente e stanca di vedere mendicanti in giro......credo che leggendo il tuo post,José muova la simpatia dei più. ....ma xchè Licia non ci fa lo stesso effetto?....booo???pensiamoci

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