Sanlakbay sa Pagbabago ng Buhay

In italiano significa "camminare insieme verso una nuova vita": oggi, a Manila, si tratta del programma di recupero e riabilitazione per persone tossicodipendenti, che la Caritas Diocesana ha strutturato poco più di un anno fa, in parnership con diversi enti ed associazioni. E' una risposta da parte della Diocesi cattolica al sistema adottato dall'attuale governo nei confronti dello spaccio di stupefacenti. (Cfr. articolo1 articolo2 )
Lo spaccio (ed il conseguente consumo) di droga era divenuto un grave problema per il paese, ormai così intollerabile, che l'attuale presidente ha fatto dell'impegno a sgominarlo uno dei cavalli di battaglia del proprio programma elettorale. Così, poco dopo essere stato eletto, ha inteso mantenere la promessa avvalendosi di metodi radicali, come tutti ormai sanno. 
La chiesa cattolica ha ritenuto doveroso prendere posizione denunciando l'inammissibilità delle numerose uccisioni, ma una buona parte della popolazione non capiva bene il perchè di questa critica. Per queste persone infatti, le uccisioni e la conseguente paura erano come un necessario prezzo da pagare per liberarsi di un male che avrebbe continuato a fare vittime. Finalmente (questo il sentimento diffuso nel Paese) un presidente che si occupa seriamente della lotta alla droga. Invece, fino a quel momento, da parte della Chiesa Cattolica Filippina non c'era ancora stato un concreto impegno nel contrastare in qualche maniera questo male.
Il card. Tagle ha intuito che questa era l'occasione per la chiesa di rimboccarsi le maniche e mostrare che è possibile adottare una soluzione diversa, che agisca alla fonte del problema. Così grazie a Caritas Manila è nato il percorso "Sanlakbay sa Pagbabago ng Buhay": un percorso di riabilitazione e liberazione per tossicodipendenti e alcolisti, che valorizza e cura a 360° ogni dimensione della persona: salute fisica, relazioni affettive, dignità morale, inserimento sociale, spiritualità (cfr. articolo3 ).
In una fase in cui la politica di persecuzione inizia a rivelare la sua insufficienza per estirpare davvero la piaga della droga (poichè non si ri-educano le coscienze), questo progetto di riabilitazione e guarigione inizia ad apparire, agli occhi di un crescente numero di famiglie, l'unica vera alternativa accettabile. 
Nella mattinata di Sabato 21 ottobre, nella gremita chiesa parrocchiale di s. Sebastian, si è tenuta la messa in occasione del primo anniversario di Sanlakbay, con un momento importantissimo dedicato al riconoscimento del percorso fatto dai primi che sono riusciti ad uscire dalla schiavitù della droga.
Mi ha colpito assistere, al termine della messa, ad alcune testimonianze, nelle quali le persone riabilitate hanno affermato di avere ritrovato, grazie al percorso intrapreso, la presenza di Dio nella propria vita. Mi chiedo se a volte, nella nostra cultura, relativizziamo troppo superficialmente il fondamentale ruolo che la fede in Dio riveste nell'ambito del benessere e della qualità di vita per ogni persona umana.
Al percorso propriamente riabilitativo si affiancano un investimento della chiesa come partner del governo nel gestire corsi di formazione etica per gli aspiranti poliziotti ed occasioni di conoscenza e condivisione diretta tra questi ed ex tossicodipendenti. Questa ulteriore iniziativa ha lo scopo di aiutare entrambe gli schieramenti a superare il pregiudizio che considera gli altri solo come dei nemici. Nella stessa mattinata c'è stata infatti la partecipazione di molti poliziotti: emozionati, felici e commossi quanto lo erano i fratelli ormai liberi dalla droga.

Commenti

  1. Bello bello!speriamo raccolga sempre più adesioni. Oggi,furante la messa delle 11 a Cavezzo,il sacerdote ha ricordato che un giovane prete della nostra diocesi da pochi giorni è a Manila.....sei nel cuore di tutti noi😊

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