La resurrezione vista dai piedi di Pietro


[Commento alla prima lettura di Pasqua - 12 aprile 2020]

La prima lettura proposta nella liturgia di oggi sono alcuni versetti presi dal cap 10 di Atti degli apostoli. Parole profonde, ma scorporate dal loro contesto; rischiano di dirci meno di quanto potrebbero. Il Vangelo da parte sua parla della tomba vuota la mattina di Pasqua. Trovare la tomba vuota, è importante, ma non è questa la prova più credibile che Gesù è risorto.

Penso che la prova veramente decisiva sono le persone. Sì, Maria, Pietro e tutti gli altri che, a partire da questo indizio, non si daranno pace ma continueranno a farsi domande e cercare più in profondità il senso di ciò che Dio ha rivelato loro. Pietro, ad esempio, imparerà a compiere dei passi importanti sulla fiducia di Dio. La storia di Atti 10 è uno degli episodi più belli: penso sia una tra le più belle prove della risurrezione di Gesù. Di cosa si tratta?

Pochi mesi dopo la mattina di Pasqua, Pietro sta pregando su una terrazza a Giaffa. È mezzogiorno, ha fame, si sente debole, quindi ci sta che di sorpresa Dio lo raggiunga in una specie di sogno e riesca a mettergli in testa un ritornello: «Ciò che Dio ha purificato, tu non chiamarlo più profano».

Di lì a poco, arrivano a cercarlo alcuni sconosciuti che lo invitano a visitare un centurione, Cornelio, che vive a Cesarea, una città distante 50 km. Gli dicono che Cornelio è un pagano da tempo in ricerca: si chiede chi sia il vero Dio. Pietro intuisce al volo che dietro l'invito ci sta un progetto ben più alto della sua capacità di comprendere. Ed accetta, lasciando sorpresi i suoi compagni.

Dopo due giorni, Pietro e i suoi accompagnatori raggiungono il luogo di Cornelio e lui lo precede fuori della soglia di casa. Sa bene quanto è costata a Pietro questa visita: fidarsi di un invito da parte di sconosciuti e camminare due giorni sotto il sole. Non vuole chiedergli il sacrificio più grande, quello di contaminarsi entrando in una casa pagana, che qualsiasi giudeo come Pietro avrebbe ritenuto impura.

Pietro invece sceglie di entrare: subito si ritrova davanti la numerosa famiglia dell'ufficiale romano, desiderosa di ascoltarlo. A quel punto dice: «Voi sapete che non è lecito per un Giudeo unirsi o incontrarsi con persone di altra razza; ma Dio mi ha mostrato che non si deve dire profano o immondo nessun uomo. Per questo sono venuto senza esitare quando mi avete mandato a chiamare». E aggiunge: «In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, ma chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque popolo appartenga, è a lui accetto».

Quella giornata Pietro farà loro una catechesi, che in parte troviamo come prima lettura nella messa di questa festa. Prima ancora però di terminare il suo discorso, Pietro vedrà lo Spirito santo scendere su tutte queste persone in ascolto della Parola di Dio, esattamente come a Pentecoste era disceso sugli stessi apostoli, al punto che i compagni di Pietro “si meravigliavano che anche sopra i pagani si effondesse il dono dello Spirito Santo”. Tutta la famiglia di Cornelio ricevette il dono del battesimo.

La fatica più grande per Pietro è stata convertirsi a Dio e fidarsi delle sue scelte. Camminare per 50 km non è stato nulla in confronto a quel singolo passo che lo ha portato a varcare la soglia della casa di Cornelio. Quel passo ha aperto una porta dalla quale tante generazioni, milioni e milioni di persone, hanno potuto entrare a far parte della famiglia dei cristiani. Noi compresi.

Il passo di Pietro (quello interiore e non di meno quello esteriore) è la prova inconfutabile del passo che Gesù ha mosso uscendo da quel sepolcro. Il segno determinante della risurrezione non penso sia la tomba vuota in sé, ma ciò che Dio, a partire da essa, provoca nella vita di tanti altri uomini che si fidano di Lui. Il cambiamento interiore e l'agire di tanti testimoni diventa il vero segno che Gesù è vivo e vive per sempre. Gesù che muove il suo passo fuori dal sepolcro inizia un cammino completamente nuovo per sé e per tutti coloro che vorranno seguirne le orme. Egli apre una strada. Pietro successivamente l'ha percorsa: ha mosso un passo per uscire dal sepolcro dei suoi pregiudizi e di una falsa sicurezza, fondata su rigide e sterili presunzioni.

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